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miércoles, 20 de agosto de 2014

ALESSANDRO CANZIAN [10.945]



Alessandro Canzian

Nació en el 1977, vive y trabaja en Maniago, provincia de Pordenone, ITALIA. En el 2008 fundó la editorial “Samuele Editore”. Ha publicado Cristabel (2001), La sera, la serra (2004), Canzionere inutile (2010), Cronaca d’una sditudine (2011), Luceafarul (2012),Oppurerri sarei fatta altissima (2007, ensayo), Distanze(2007). Ha participado en los festivales literarios  Donne chedovresti conoscere (Lecce 2007), Poetica (Pisa 2008), Pianeta Poesía (Florencia 2009).

Alessandro Canzian (1977), vive e lavora a Maniago (Pordenone). Ha collaborato e collabora saltuariamente con varie riviste e blog (Progetto Babele, Whipart, Books and other sorrows di Francesca Mazzuccato, Blog di Poesia di RaiNews di Luigia Sorrentino). Nell’ottobre 2008 ha fondato la Samuele Editore (dal nome di suo figlio), che ad oggi ha pubblicato volumi premiati (Premio Gatto, Premio Camaiore, Premio Città di Forlì), prefazioni eccellenti (Squarotti, Tomada, Cucchi, Pecora, Rondoni, Vecchioni), ha pubblicato poesie di Franco Buffoni, Maria Grazia Calandrone, Isabella Vincentini e altri, e ha svolto fiere e presentazioni nelle maggiori città italiane (Roma, Milano, Torino, Pordenone, Udine, Napoli, Fiera del Libro di Torino, Pordenonelegge, Casa della Poesia di Milano) con partecipazioni di Maurizio Cucchi, Marina Giovannelli, Silvio Ramat, e altri. Come autore ha pubblicato Christabel (Ed. Del Leone, Spinea 2001, quarta di copertina di Paolo Ruffilli), La sera, la serra (Mazzoli 2004, prefazione di Tita Paternostro), Canzoniere inutile (Samuele Ed., Fanna 2010, prefazione di Elio Pecora, di cui un testo su “Tuttolibri” nel 2007 con critica di Maurizio Cucchi), Cronaca d’una solitudine (Samuele Ed. 2011, quaderno bifronte con Federico Rossignoli), Luceafarul (Samuele Editore 2012, prefazione di Sonia Gentili) e il saggio su Claudia Ruggeri: Oppure mi sarei fatta altissima (Terra d’ulivi 2007, presentato a Lecce con Michelangelo Zizzi). Con la stessa editrice e nello stesso anno del saggio ha pubblicato Distanze, una collaborazione fotopoetica con Elio Scarciglia. Ha partecipato a varie rassegne letterarie quali “Donne che dovresti conoscere” a Lecce nel 2007 con Mario Desiati, “Poetica” a Pisa nel 2008 con Alessandro Agostinelli, “Pianeta Poesia” a Firenze nel 2009 con Rosaria Lo Russo, “Pordenonelegge” nel 2010, la “Festa di Poesia” a Pordenone nel 2010 come co-organizzatore e nel 2011 come autore, a Milano alla “Casa della Poesia” invitato per il quinquennale della fondazione della Casa, “Residenze Estive” a cura di Gabriella Musetti nelle edizioni 2012 e 2013, e il festival “La poesia del Giovedì” a cura di Giulia Rusconi e Maddalena Lotter nel 2013. A settembre 2009 ha curato la manifestazione “Poesia e ispirazione, perchè si scrive” all’interno dei festeggiamenti per l’equinozio dell’associazione culturale Vele Libere ad Azzano X (Pordenone). Nel novembre 2011-gennaio 2012 ha organizzato insieme al Comune e alla Biblioteca Civica di Maniago il festival letterario “La Fila”. A giugno 2012 ha organizzato “Poesia tra le acque di Polcenigo” che nel contesto della fonte del Gorgazzo (Pn) ha visto incontri, discussioni e letture di Gian Mario Villalta, Mary Barbara Tolusso, Sebastiano Gatto, Fabio Franzin, Giacomo Vit, e altri. Nel 2013, col Comune di Maniago, ha allestito una mostra di pittura con opere di Cesco Magnolato (alcuni anni fa vincitore della Biennale di Venezia), Dino Facchinetti, Sergio De Giusti. Sempre nel 2013 ha organizzato il Festival “Arta Poesia” ad Arta Terme, nel comune dove Carducci scrisse la poesia “Comune Rustico” con partecipazione di Francesco Tomada, Michele Obit, Fabio Franzin, e altri. A settembre 2013 ha presentato al Circolo della Stampa di Milano 5 libri 5 poeti, presentazione degli editi di Amos Mattio (segretario della Casa della Poesia di Milano), Ottavio Rossani (corrispondente del Corriere della Sera), Sonia Gentili (Ricercatrice alla Sapienza di Roma), Giovanna Frene (inserita nei “Nuovi Poeti Italiani 6” di Einaudi), Mary Barbara Tolusso (collabora alla redazione de L’almanacco dello specchio Mondadori) A dicembre 2012 ha vinto il secondo premio di poesia al Leone di Muggia con la raccolta a tutt’oggi inedita Histoire d’O. Nel 2012 Gian Mario Villalta lo inserisce tra le voci più promettenti della poesia pordenonese insieme a Roberto Cescon e altri nel volume Antologia dei Grandi Scrittori di Pordenone. Nel 2013 Alessandro Agostinelli lo inserisce tra i poeti italiani nell’articolo “Penisola dei poeti” uscito nell’Espresso (articolo in cui Agostinelli gli fa anche un’ampia intervista nella veste di Samuele Editore indicandolo come uno dei migliori editori di poesia emergenti). A ottobre 2013 Luigia Sorrentino pubblica una sua fornita scelta di inediti sul blog RaiNews (tra i quali Histoire d’O). Interviste e testi sparsi si trovano inoltre in diversi siti e riviste (Versante ripido, L’estroverso, Circulo de Poesia Messico – traduzioni in spagnolo a cura di Alejandra Craules Breton). Un articolo tratto dal presente blog (The place to be) è stato nel dicembre 2013 pubblicato nella rivista “NEMLA Italian studies” del College of New Jersey (a cura di Simona Wright) sia in versione cartacea sia online come prefazione di un’antologia di poeti veneti comprendenti: Fabio Franzin, Giovanna Frene, Sebastiano Gatto, Giulia Rusconi, Sergio Maria Serraiotto, Piero Simon Ostan, Alberto Trentin, Giovanni Turra. Il 15 gennaio 2014 l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia lo invita a leggere e discutere il suo Lucefarul nell’anniversario della nascita di Mihai Eminescu, autore del Luceafarul originale (da cui la rivisitazione) pubblicato a Vienna nel 1883 dall’Almanahul societăţii studenţeşti Romania-jună.





Estuve en el lago a más                                                   
de un año de nuestra apocalipsis.

                Todo era como entonces.

Los mismos tallos de pasto los mismos
                                                   patos

-al menos eso creo-  el mismo manantial
donde te regale la misma
                              rosa.

Faltaban sólo nuestros besos
                                     largos,
el tuyo sentirte bella después
de haber hecho el amor y  el mío
sentirme el único hombre
                                          para ti.

Faltaban también tus ojos
del mismo color del agua.









Te cuento mi melancolía.

Es el entrar en un negocio sabiendo
que ya habrás estado del brazo
con él, o de la mano, o
en cualquier otra forma
                             afectuosa
que te ha unido a otro hombre.

Es escuchar a una mujer que me quiere
curar la tristeza con una hora
                                          -tal vez dos-
en la cama, casi virgen dolorosa
                           en un acto de piedad.

Es el recordar el sonriso de tu rostro
                            sabiendo que él lo besa.

Y es este saber que te amé
por tres años siete meses y quince días
y cualquier orbita  de la tierra
                                      en torno al sol.






Es peligroso decir amor,
decir mi cuerpo es sólo tuyo.

Porque después uno se lo cree
creándose una iconología del otro,
casi un diccionario terminológico
                              de las caricias.

Y después llega cualquier insecto
que se posa en la piel,
                       y  ya no es tuya.

Traducción de Alejandra Craules Bretón
http://circulodepoesia.com/nueva/2013/10/muestra-de-poesia-italiana-parte-ii/







Alessandro Canzian – estratto da CHRISTABEL, 2002

Eppure siamo cambiati.
Nei lontani, orizzonti sparsi
dei tuoi capelli, nell’Ashley
che t’esplora ma non muta
se non assente, nell’apparire
e disparire d’un istante
irreversibile –qui ti scavano
i capelli l’evangelica
fronte-. Perché?
Mutatis mutandis si dice,
e che lo spirito sia pronto
ma la carne è debole.
E altra umanità, altra giustizia,
altro amore, altro Dio.
Ma poi, che vogliono dire?







Alessandro Canzian – estratto da CHRISTABEL, 2002

Ferma davanti allo specchio,
solare e nebbiosa al mattino,
capelli arruffati sul volto,
maestosa, elegante se pur nuda
d’una nera intimità
che non svela, sorridi.
E sorridi di pieno sorriso,
bianco, raro, raro sorriso.

Sono sempre diverse le cose d’un tempo.
Così la baita del tempo, lontano,
non irrora più di sole.
In corpo t’involgono parole
tristi, di preziosa tristezza, preziosa,
che ai neri filamenti di ciocche, evapora.

E non illumina foglio stracciato,
né scalda, andato
liquido entusiasmo.
Rimane solo pensiero, la sera,
non detto, corpo
deserto:

non ci è dato sapere quanto dura il tempo.







Alessandro Canzian – estratto da CHRISTABEL, 2002

Muoio ogni giorno un poco.
E rosone arido di luce
indora inutilmente 
me, diradando nebbia,
immagine vacua,
sintesi d’aria
spezzata. Donna,
boccale avido di bocca,
terra arata di sensi,
amante lacerata,
sopore d’assenza,
sei nell’assenza.







Alessandro Canzian – estratto da CHRISTABEL, 2002

Ti cercava la mano il guanto
bianco, bisogno soffocato
d’umano, cieco
d’una roca voce in sogno, che nel sogno
la vita appare mano
calda, profumata, mano di donna
che prende e non ti lascia.







Alessandro Canzian – estratto da CHRISTABEL, 2002

Ascoltami.
L’amore è una bianca, leggera ferocia
d’essere felici, è l’icona
della foglia secca ai suoi piedi
nudi, è la sera, è la serra
del capello che scosta
dalla sua bocca, screziata.
Ascoltami.
L’amore è una dolcefuriosa bocca,
è uno sguardo di lupa,
è un odore che si attende, cupo, nell’alba.







Alessandro Canzian – estratto da CHRISTABEL, 2002

Non nega la mia tristezza
l’aforisma di sabbia
e spuma. E sogno.
Tu sei la mia tristezza.
Tu sei l’avido spessore
d’un bacio, deragliato
-“mi fai sudare, io che non sudo
mai”-.
Tu sei l’onda, la forma d’incontro
del velo fra gli amanti.
Ma cosa siamo noi
in questo vuoto attendere la luce?







Alessandro Canzian – estratto da LA SERA, LA SERRA, 2004

Fu la mia grande solitudine.
Fu lo sguardo, troppo dolce sguardo
di chi sta sbagliando.
Fu la bocca d’un sorriso, resina
non scesa, estate già in declino.







Alessandro Canzian – estratto da LA SERA, LA SERRA, 2004

Di vuoto ubriaco al tuo segreto sorriso
amaro, non ricordo nulla.
Non ricordo la pacata morte del vivere.
Il caffè nero ti smemora, e dilegua, nera
angustia d'altri voli.

Ma tu non sai quei voli.
Tu non sai la farfalla ch'era entrata
soffocata, corvo oramai smorto.
Tu non sai il rombo d'ali che ci scava
-tutto, tutto si ripete nel tempo-
cupo, nel cupo segnale del tempo
-e nel rombo s'ingolfa, stasi-.

Perché non è amare, né vivere,
il leucemico gatto assetato
d'assonanti dolcezze, oblique ferocie.







Alessandro Canzian – estratto da LA SERA, LA SERRA, 2004

Io non so il tuo millenario amore.
Tutto si perde, tutto si trasforma
in niente, qui.
Tu non sai la vita come sia densa, opaca
ombra di te, senza te.


Alessandro Canzian – estratto da LA SERA, LA SERRA, 2004

In te ho amato il nulla delle cose.
In te il bianco velarsi d'una donna
in pioggia, schiusa, ai tuoi scalzi
piedini sciolti. 
Ma il nulla delle cose è un tutto
che il tempo schiuma.







Alessandro Canzian – estratto da LA SERA, LA SERRA, 2004

Dicono sia possibile, lo sai, amare un'ombra,
ombre noi stessi,
dicono non sia maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
a la miseria,
dicono anche tu sia stupenda.







Alessandro Canzian – estratto da LA SERA, LA SERRA, 2004

Sole fra pietre,
serpi nascoste,
carrozzella sorride.
Ed Elena lavora
non sapendo
d’essere già morta.
Mi fermo ad ascoltare
messa,
inutili parole.
Lilia mi guarda
senza parole.
E anime ascendono
al cielo
in raggi di sole,
raggi di pioggia,
raggi di pietra
e serpi nascoste.
Ava trascorre 
in saluto di erba,
capelli raccolti.
E finestre lanciate
a caso,
e muri ciechi
in valle, 
infine
vedo bene
cos’è il bisogno
di macerie
e fame
per vivere,
comunque vivere.

Sito del poeta: http://xoomer.virgilio.it/alessandrocanzian



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